Apr. 28th, 2021

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BTS Soulmate AU [taegikook], scritta per il vilifest2 sotto il prompt "everybody say NO! It’s not going to work anymore, Don’t be captured in others dreams" di Cain.
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Yoongi non sa davvero dire quando sia successo.

Alle volte, soprattutto le notti dopo aver lavorato a qualche traccia sfiancante, ci pensa per ore mentre rimane disteso nel letto. Ripassa tutti gli anni precedenti in cerca di un indizio, di qualcosa che possa aiutarlo a capire quando sia cambiato tutto. Ma non ci riesce.

Provvidenziale, questa stanchezza perenne che lo ha inglobato in tutti questi anni – troppo preoccupato di chart internazionali e stage in America – e che gli ha dato respiro solo adesso. Perché gli ha permesso di non pensare. Di non accorgersene. E infatti non importa quanto ci rifletta, Yoongi non riesce proprio ad afferrare il momento esatto in cui ha cominciato a pensare a Jungkook e Taehyung come a qualcosa di più che colleghi. Che amici. Qualcosa di più che famiglia.

È semplicemente successo. Nessuna grande realizzazione, nessuna sorpresa svelata.

Forse perché l’ha sempre saputo – forse l’ha sempre fatto, li ha sempre amati nel buio del suo petto, e tutti quei giorni passati barricato allo studio tentando di mettere a fuoco una mente sfocata, obbligandosi a lavorare su tutte le demo da completare e su nient’altro, senza bere, mangiare, dormire, ecco, forse tutto quel tempo che ha passato a soffocarsi è stato solo un debole tentativo per non sapere. Non capire. Non pensare al modo in cui Taehyung protende le labbra sporche di salsa quando mangia, come se le sue guance rotonde non riuscissero a contenere tutto ciò che si è messo in bocca nella fretta della fame, o ancora come Jungkook arriccia il naso quando vuole evitare di ridere, i suoi lineamenti candidi che invece lo tradiscono senza pudore.

Non loro, non Jungkook e Taehyung. Che stupidaggine.

Eppure sono scolpiti dentro, questi dettagli insignificanti che non noterebbe nessuno e che invece Yoongi osserva con attenzione e ripassa nella mente per ore quando si ritrova da solo e il battito del suo cuore gli martella incessante nelle ossa.

La conferma, silenziosa e assoluta, di tutto ciò che lo spaventa avviene una mattina, davanti allo specchio. La sua figura snella gli restituisce un riflesso che non gli appartiene: un tatuaggio dalle linee eleganti – tre fiori, per essere precisi, stretti in una composizione ordinata, uniti l’uno all’altro da tratti sinuosi. Comparso sulla sua pelle come se fosse una magia, esattamente sopra il suo pettorale sinistro. Sul cuore. Che ironia.

Perché Yoongi è sempre stato un intonso – non ha mai avuto nessun inchiostro sulla pelle che lo potesse assegnare alla persona perfetta, nessuna anima gemella a cui tornare, e lo sa bene perché ha passato tutti i primi anni della sua adolescenza a controllare ogni singola zona della sua pelle bianca, ogni spazio tra le dita alla ricerca disperata di qualche segno che dicesse che non sarebbe stato solo. Che anche lui avrebbe avuto il privilegio di affondare nelle braccia di qualcuno, un giorno. Ma non l’ha mai trovato. È nato senza, e ha imparato a non farsene un cruccio. Ha smesso di piangere. Non gl’importa. La sua eterna sposa è la musica, d’altronde, e non vorrebbe che fosse nessun altro.

Quello, però, è fuori dal comune. Nascere senza marchio è raro, certo, ma vederlo apparire sulla pelle dopo anni è quasi impossibile. Un miracolo. E Yoongi avrebbe potuto prenderlo per questo – per un miracolo, una benedizione. Yoongi avrebbe potuto essere felice, guardarsi allo specchio e brillare di gioia nel sapere che qualcuno è destinato a lui. Che lui è destinato a qualcuno.

Avrebbe potuto. Ma quel disegno così semplice, nero a contrasto col suo petto pallido, è familiare. Simile, sul dorso della mano di Jungkook. Simile, nell’incavo del collo di Taehyung.

Uguale, a connettere Taehyung e Jungkook sin dalla prima volta che si sono incontrati, sotto il tetto da trainee della Big Hit, anni addietro.

E ora, uguale, a connettere anche lui.

Yoongi lo ha sfregato con le unghie fino a sanguinare, quella mattina, nella speranza che fosse tutto uno sbaglio, un’allucinazione. Per cancellarlo, forse. Ma sono rimaste lì, quelle linee sinuose. Una sorta di condanna impossibile da ignorare, che gli ricorda che è tutto vero. Sono reali, i sentimenti che prova.

L’ha accettato. Nessuno scollo profondo, maglie larghe che nascondo quel segno dagli occhi di chiunque – da due in particolare. Perché accettarlo non vuol dire assecondarlo.

Yoongi li ha visti crescere, Jungkook e Taehyung, passare da ragazzini dinoccolati a quasi uomini con un diverso colore di capelli ogni mese. Sono stati piccoli, fragili tra le sue mani, alla ricerca di una sicurezza che Yoongi non credeva di possedere ma che si è ritrovato a donare senza difficoltà – e anche ora, che Jungkook e Taehyung sono in grado di stare in piedi da soli e non traballano, continuano a cercarlo con la stessa forza di prima. Continuano ad approdare nel loro porto sicuro, e Yoongi non ha mai il coraggio di mandarli via.

Yoongi ha anche visto il loro amore sbocciare lentamente, nel silenzio del loro dormitorio. Li ha visti accettare il tatuaggio che li unisce, sfiorarlo distrattamente dopo una coreografia intensa; li ha visti danzarsi intorno, spaventati di non combaciare, tentare e fallire e tentare di nuovo; e poi li ha visti prendersi per mano, cercarsi con gli occhi durante le interviste, li ha visti condividere un solo letto durante la notte; li ha visti adattarsi l’uno all’altro con una spontaneità dolorosa, li ha visti collimare e coincidere nei loro baci, nel modo in cui danno il meglio solo quando anche l’altro è vicino ad osservare; li ha visti completarsi senza bisogno di nient’altro – in un’industria che li costringe a nascondere i tatuaggi con troppo fondotinta, in una società che giudica e distrugge, il loro amore sincero è prova che è ancora possibile creare. Sperare.

E forse Yoongi ci crede, nel destino, a guardarli: perché i loro marchi non mentono, Jungkook e Taehyung sono nati per incontrarsi e non dividersi. Perfetti.

Ma con lui il destino si è sbagliato, e ne è sicuro. Nonostante questi tre fiori sul petto, nonostante questi sentimenti strazianti nel suo corpo sottile, Yoongi ha molto poco a che fare con l’amore che Jungkook e Taehyung condividono. La loro connessione è autentica – sono destinati sin dalla nascita, d’altronde. Ma Yoongi è solo una variabile indesiderata, un incidente che non ha intenzione di rivelare perché, fondamentalmente, non lo merita, l’amore puro che vede ogni volta che li osserva da lontano. Non importa quanto dolore possa provare alla sola idea di perderli, all’idea che un giorno non saranno più parte della sua vita e lui non potrà svegliarsi con le loro risate squillanti che risuonano nel dormitorio, con le loro voci divertite che lo chiamano da lontano – Yoongi non s’incastra perfettamente tra loro due, Yoongi è fallato e passa la sua intera vita su melodie che non ascolterà nessuno, Yoongi ha il taccuino pieno di scarabocchi neri a cancellare parole e sentimenti e Yoongi crede che la sua mente non sia poi così diversa, Yoongi non brilla e la sua testa è buia e teme il futuro più volte di quante vorrebbe ammettere, Yoongi ha demoni di cui non riesce a liberarsi e non vuole infestare anche le loro vite, non dopo tutte le stronzate che hanno subito in quanto idol, in quanto amanti.

Yoongi non è in grado di amarli come loro amerebbero lui. Yoongi è pesante, il suo corpo, i suoi pensieri. E non vuole farli annegare.

Ma Taehyung e Jungkook lo amano. Malgrado le sue insicurezze. Malgrado il veleno delle parole che Yoongi ha gridato loro quando hanno scoperto del marchio sul suo petto. Malgrado abbia tentato in tutti i modi di allontanarsi, di correre via perché non è sicuro di riuscirci, riuscire a far finta che non siano veri i sogni che fa su di loro in cui si lascia amare e al risveglio ha le guance umide di lacrime – ha paura che gli sfugga dalle mani, che lo tradisca, questo amore che non riesce a contenere e che trabocca in ogni suo gesto, ogni sguardo che posa su di loro.

Ma Taehyung e Jungkook lo hanno amato anche questa notte.

Sono entrati nella sua camera senza dire nulla, chiedendo permesso solo con i loro occhi enormi e sinceri – e Yoongi ha stupidamente pensato che quello somigliasse tremendamente al modo in cui avevano preso posto nel suo cuore, silenziosamente, a passi piccoli e tocchi gentili, nonostante i sentimenti che li accompagnavano fossero fragorosi e gli risuonassero sottopelle da anni.

Taehyung gli cerca le mani per afferrarle, il suo calore confortante nella serata gelida, e Jungkook poggia la fronte sulla sua spalla, respirando piano. Perché, gli chiedono ancora una volta, perché non si concede di essere felice, perché continua a respingerli con così tanta ostinatezza – perché non accetta di meritarli, meritare tutto ciò che vorrebbero dargli, più di chiunque altro, disinteressatamente così come l’amore che Yoongi ha donato loro per tutto questo tempo.

Perché non lascia che gli dimostrino, stanotte, il legame che li unisce.

E Yoongi è stanco, così stanco di accartocciarsi e nascondersi e mentire, e loro sono così testardi nel loro desiderio – ma Jungkook e Taehyung lo conoscono e lo amano anche quando fugge, anche quando non lo comprendono. Lo liberano, ogni giorno di più, dal pensiero che sia solo degno di sé stesso, di tutti i suoi sbagli, dal pensiero che sarebbe unicamente meritevole della solitudine nella quale ha cercato disperatamente di celarsi. Yoongi non ha la forza di dire no. Non oggi.

Le labbra di Taehyung sono morbide quando si poggiano sulle sue, quando percorrono il suo collo lentamente, ed è stupendo, nei suoi capelli argentati e arruffati, la sua pelle dorata che splende anche sotto la luce della luna e Yoongi vuole solo sfiorarlo, ma sono le mani di Jungkook che gli avvolgono i fianchi, che lo stringono tra i loro due corpi e sono forti, Yoongi sente tutta l’intenzione nei suoi tocchi timidi ma fermi – e per poco non dimentica tutto, sotto le attenzioni delle loro dita premurose, avvolto nel calore dei loro sospiri. Il peso ingombrante nel suo petto si scioglie ad ogni spinta, ad ogni parola sussurrata sulla punta delle sue orecchie bollenti, e Yoongi si concede di essere felice, solo per questa notte, di gemere senza paura; singhiozza, il suo corpo così piccolo per contenere tutta la dolcezza con cui lo stanno accarezzando, si sente leggero, come se potesse cadere per sempre e non toccare mai il fondo.

Jungkook e Taehyung si muovono con una sincronia perfetta, le dita di Taehyung strette sulla sua coscia, un’ancora per il piacere che s’infrange su di lui, e la bocca di Jungkook lo distrugge lentamente, marchia Yoongi come loro e unicamente loro, come se il tatuaggio sul suo petto non fosse abbastanza, mai abbastanza – e Yoongi sente una punta d’invidia nel vedere i loro occhi che s’incrociano sopra al suo corpo nudo, il modo in cui sembrano comprendersi senza dire nulla perché sono abituati ad essere così vicini, così esposti solo per l’altro, e forse Yoongi dovrebbe sentirsi fuori posto tra i sorrisi che si scambiano eppure non lo fa, perché esattamente in quel momento non sente di poter appartenere a nessun altro in questo mondo se non al suo giovane Jungkook, al suo piccolo Taehyung – vi amo, pensa, socchiudendo le labbra per non lasciarsi sfuggire una singola parola, vi amo così tanto, vi prego, pensa ancora mentre sente un calore disperato attraversarlo, gli ansimi di Taehyung spezzarsi, un verso strangolato scappare dalla gola di Jungkook, vi prego, amatemi come vi amo io.

Il resto è solo i loro corpi che lo cercano, umidi e stanchi, si piegano su di lui ad avvolgerlo. Lo cercano anche nel dopo.

Sono passate ore e il letto è un disastro, Jungkook e Taehyung sono addormentati ai suoi lati, i loro respiri soddisfatti l’unico suono nella notte e Yoongi pensa che non c’è altra melodia che preferirebbe ascoltare, che è la musica più bella che abbia mai sentito. Eppure non riesce a prendere sonno. I più giovani sembrano percepire il suo respiro irregolare perché Jungkook si gira appena, poggia la mano sul petto di Yoongi – no, sul suo tatuaggio, sui tre fiori che li connettono inesorabilmente – e arriva veloce la mano di Taehyung a raggiungere quella di Jungkook. Le loro dita s’intrecciano lì, lentamente, distrattamente, e Yoongi sente le lacrime pizzicargli le ciglia, scivolare sulle sue guance in silenzio.

E forse dovrebbe lasciare perdere, dovrebbe chiedere a Hoseok, a Namjoon, a Seokjin di fermarlo prima che possano crollare, prima che riesca a trovarsi così a casa, nel sogno che Taehyung e Jungkook hanno costruito per loro e dove lui si è ritrovato, da non voler più andare via. Ma non ci riesce. Il suo corpo è così vuoto, c’è così tanto spazio per farlo crescere, questo sentimento che culla da anni, questo amore terrificante che vuole Taehyung, vuole Jungkook, entrambi senza pudore.

Yoongi sa che non dovrebbe amarli.

 

Ma lo fa ugualmente.

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